mercoledì 31 dicembre 2008

Staffetta 2008/2009.

5.9 Un nuovo anno è alle porte. Un anno che consacrerà la mia maggiore età, i fatidici diciotto. Un staffetta importante, almeno apparentemente. E' ora anche di bilanci. Quest'anno appena trascorso, il 2008 per l'appunto, non è stato bello, semplicemente diverso. La tanta agognata promozione è arrivata, alcune amicizie si sono consolidate e altre soltanto confermate. Se dovessi dare un voto, congederei il 2008 con un 7-. Con la speranza palese, di un nuovo anno, migliore anche sotto il profilo amoroso. Scende in campo nuovamente il mito della ragazza con le palle, cercata ma non ancora trovata. Questo mi aspetto dal 2009. Nulla di più. [Profilo critico: vorrei cercare di dominare la mia rabbia, che a volte scade nella cattiveria più disumana]

Auguri a tutti. Di cuore.

lunedì 29 dicembre 2008

Io, il solito polemico.

5.8 Oggi ho litigato con chiunque potessi litigare. Sono polemico. Sono sincero. Non so quello che sono. Sta di fatto, però, che ho veramente poche persone di cui fidarmi. Stamattina inizia con la solita calma che caratterizza le vacanze natalizie. Fuori nevica. Non posso andare a pranzare dalla Cece, è freddo fuori. Viene a casa mia. Lei litiga con mio fratello. Io cerco di concludere con un "allora, andiamo a studiare?". Tentativo fallito. Io urlo, la Cece è furiosa, Fulvio è iracondo, mia mamma fa le pulizie. Perchè stava succedendo tutto questo?

Qualche sera precedente. Esco. Controllo allo specchio. Sì, sono belloccio. Vado a prendere la Cece a casa e raggiungiamo la Laura in piazza. Entriamo in un pub, è la festa della birra. Giochiamo all' "oca ubriaca", tre pedine, trentacinque caselle e tre caraffe di birra. In ogni casella, qualcuno beve. E tutti beviamo. Troppo. Mi sento leggero e non capisco nulla. Sorrido, rido, cammino, corro. In breve, mi diverto. Non solo ovviamente, ma in coppia con la Laura. La Cece è la più sobria. Non mi permette di tornare a casa in bici. Chiama Fulvio, mio fratello, per avvisarlo del mio stato. Da qui, parte una discesa libera senza confini. Mio fratello è con la morosa. Non vuole essere disturbato. La Cece richiama, risponde la morosa di mio fratello, dicendole di lasciarlo stare. [Mio libero pensiero: è mio fratello, perchè non viene ad aiutarmi; io avrei fatto questo e altro per lui] Nel frattempo che la Cece era intenta a litigare con la (ex?) morosa di Fulvio, io torno a casa con la Laura. La saluto. Tutto sommato, è stata una splendida serata. Appena apro la porta, Fulvio mi critica dicendo che facevo il finto ubriaco. Al che. [Mio libero pensiero: che cosa ne sa lui, che manco era con me? Della serie, sminuizzo così non passo per lo stronzo? Centro]. A concludere la serata, la Cece dà della troia alla morosa di Fulvio.

Oggi. Affermo che mi vergogno di essere suo fratello. Lui insiste con la sua teoria. Ovvero, fingevo di essere ubriaco. [Mio libero pensiero: senza pudore e io sempre senza parole] Mia mamma manco a dirlo, dà ragione a Fulvio. Peccato solo che durante il litigio, la Cece si rivolge a Fulvio: "Posso dire una cosa, mi fai proprio schifo". Fulvio si ritira in camera. Mia mamma ritorna in cucina. Io e la Cece, piangente, sul mio letto. Mi dispiace. Mi dispiace per la situazione che mi è sfuggita di mano. Sono stramaledettamente sfortunato. A onor del vero, però, è stato un pomeriggio fantastico all'insegna del riso, dell'affetto, delle foto. Appena però la Cece varca la porta di casa alle ore 19 del medesimo giorno, Fulvio inveisce contro di me. Oramai, la guerra è aperta e le ostilità sono ben chiare. Strana invece è la posizione di mia mamma, da sempre filofulviana, che questa volta tende alla parzialità. Qualche battuta iniziale, e poi il grido di battaglia. The war started.

Dopo 27 minuti di un' estrenuante vociferare, entrambi ci ritiriamo nelle nostre camere. Conclusione: io non gli parlo più. Ma la serata è ancora lunga. Se in principio fu Fulvio a dare l'avvio, il testimone poi passò ad un secondo personaggio. Mea culpa, mea maxima culpa. In sostanza, ho detto ad Enrico M. che è un gay. Comunque, ha detto che mi ha perdonato. Troppo buono. Devo prendere in considerazione il fatto di dovergli chiedere scusa. La carrellata però consta di altri due personaggi. Alla Lisa ho detto che odio lei e il suo orripilante neo che si trova esattamente sulla sua guancia. Last but not least, Leonardo, che mi accusa esattamente di aver spifferato qualcosa sottovoce contro di lui quella famosa sera in cui ero brillo. Cosa assolutamente falsa, considerato che se ho qualcosa da dire, la dico liberamente. Detto ciò, mi sento più libero. Una cosa positiva però c'è; ho rivalutato una persona. Forse mi piace.

Dal nuovo anno, molte cose cambieranno. Giuro.

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale.

A Natale si è davvero tutti più buoni. Almeno, io sì.

lunedì 15 dicembre 2008

Basta così poco.


5.7 Tutti amano essere corteggiati. Vuoi per il bisogno di essere importanti, almeno per una persona su i sei miliardi che popolano la terra, vuoi per un sano e radicato narcisismo, estremizzato o sminuito, naturale o forzato, poco importa. Quel che conta sono i sentimenti altru. E così mi sento maledettamente in colpa. Ok, in realtà neanche più di tanto, "santa pace". D'altronde tutto ciò fa parte di una sfumatura ilarica del mio carattere. Bisogna accettarsi, giusto?

Che io abbia gusti difficili, è cosa ben nota. (Da notare: "difficili", che non è un sinonimo di "diversi") Incomincio a pensare che io ami soltanto essere lusingato e ammaliato. Niente di più. Sento un impulso diabolico, ma al tempo stesso soddisfacente, quando, dileguandomi nei corridoi, qualche ragazza, mi sorride, ignara delle mie vere intenzioni (pari a nulla), sghignazza con qualche amica e ammica al mio sguardo. Poi torno in classe. Appagato.

In realtà, però, c'è una ragazza che mi piace realmente. "Viaggi mentali, Francesco, solo viaggi mentali" sussura la mia coscienza.

sabato 6 dicembre 2008

Non sto bene. Urge aiuto.

5.6 L'emozione del "Titanic" con la sua travolgente colonna sonora, gli ovetti Kinder con tanto di curiosità dovuta alla sorpresa all'interno, il "Topolino" con le vignette sponsorizzate Sapientino. Tutto questo in un sabato sera nel letto con la febbre.

Ultimamente non sto bene. La notte per me diventa un incubo reale. Mi addormento. Sento i rumori esterni. Cerco di urlare, di chiedere aiuto, ma qualcuno mi impedisce di farlo. Cerco di stendere le gambe e di dimenare le mani, ma tutto è inutile. Non riesco nè a parlare nè a muovermi. Poi questa ascesa in alto e il cuore a mille. "Mi sveglio". Attacchi di panico, mi ha spiegato la dottoressa.

E poi l'altro giorno, a scuola. Dovevo andarci, con il compito di storia ben evidente sul diario, con le ore di studio precedenti. E non solo. Dovevo resistere fino all'ultimo, fino alla sesta ora, perchè così la mia mente mi ordinava di fare, e io ho solo obbedito, mentre il mio corpo ben altro richiedeva. All'intervallo misuro la febbre. Il termometro segnala 38.7; tre ore dopo, svengo. Mia sorella viene a prendermi, e per questo rischiando di perdere il treno (che, per dovere di cronaca, arriverà con ben 4 ore di ritardo). Nel frattempo, mia mamma, nel correre a casa da me, fa un incidente, rovinando la macchina. "La prossima volta, suo figlio con la febbre non lo manda a scuola" , le dice colui con il quale mia mamma si è scontrata. Senza alcuna pietà.

E infine, dopo 4 anni, finalmente ho raccontanto la mia verità. Per la prima volta, una lacrima (e dico una sola) ha segnato il mio volto in classe. Per la prima volta, mi sono confidato con una persona che stimo tanto, vuoi per la sua bellezza genuina, vuoi per la sua bontà. Una lacrima, simbolo di uno sfogo che mai ho avuto con un mio compagno di classe. Grazie Azzu ^^

E ora? Solo febbre e tanta voglia di stabilità.

martedì 2 dicembre 2008

L' Orlando confuso.

5.5 Io e mio fratello davanti ad un tè caldo. Star della serata: la Nutella, desiderata, ostentata, spalmata e poi divorata senza alcun rimorso. E mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere per la sua veridicità. "Sei troppo complicato, sei peggio di una figa". Per quanto non sia un campione di finezza, il messaggio è arrivato ben chiaro al destinatario. Si discuteva sulle mie preferenze sulle ragazze. Se una ragazza mi chiede il numero, non mi piace più. Se non me lo chiede, io non mi farò mai avanti. Se mi cerca lei, è appicicosa. Se non mi cerca, è una stronza. "Così è fatto quel guazzabuglio del cuore umano" commenterebbe Manzoni. E gli darei tutte le ragioni per farlo.

Che tutto questo giustifichi il mio stato di apatia amorosa? Sì/No